EXTRALISCIO nasce dall’incontro tra Mirco Mariani, polistrumentista e sperimentatore
che ha suonato con Stefano Bollani, Paolo Fresu, Arto Lindsay e Vinicio Capossela, e
Moreno il Biondo, clarinettista e storico leader del liscio.
A fare incontrare i due romagnoli è stata Riccarda Casadei, figlia di Secondo, e da qui
nasce l’idea di innestare sulle radici della musica folkloristica romagnola tradizionale, nuovi
suoni e nuovi arrangiamenti fino a creare un cortocircuito tra mondi e tra generazioni.
EXTRALISCIO ha divertito e fatto ballare giovani nei locali più cool di tutta Italia, per poi
arrivare nei teatri con Ermanno Cavazzoni, scrittore e sceneggiatore di fama
internazionale ed Elisabetta Sgarbi, motore inesauribile di arte e cultura; qui sono stati
abbattuti definitivamente i confini del genere in nome di una totale libertà, fatta di passione
e sperimentazione. “Vichinghi selvaggi che calzano scarpe nere lucidissime”, sono i
protagonisti del “Punk da balera”.
Nel 2020 hanno firmato la sigla ufficiale del Giro d’Italia “GiraGiroGiraGi”, con la
direzione artistica di Elisabetta Sgarbi, che ha firmato il film Extraliscio – Punk da balera.
Si ballerà finchè entra la luce dell’alba nello stesso anno.
EXTRALISCIO si può raccontare anche solo così: è Punk da Balera! Il nostro genere, il
nostro mondo e la nostra appartenenza.
È un’esperienza musicale umana e sociale che affonda le radici nella nostra terra che è la
Romagna.
È il modo che abbiamo scelto per portare avanti la tradizione della nostra musica
folcloristica, rispettandone le regole e, allo stesso tempo, distruggendole con sonorità
lontane dal Liscio di oggi, ma vicine al liscio delle origini con l’aggiunta del nostro Punk,
dalle scarpe di vernice lucida e i capelli tinti.
OSPITE SPECIALE DELLO SHOW DI MANTOVA: PAOLO FRESU
La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la
scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l'amore per le piccole cose e Parigi. Esiste
davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e
trasformarlo in un'incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c'è riuscito proprio in
un paese come l'Italia dove - per troppo tempo - la cultura jazz era conosciuta quanto
Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da
baraccone d’insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto "nero" e bravo ben dopo gli
anni di massima creatività.
La "magia" sta nell'immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a
trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e
libera delle arti.